MAURIZIO RINALDI
Maurizio Rinaldi è nato a Scandiano nel 1956 dove vive e lavora.
Inizia a fotografare a metà degli anni Settanta, dapprima privilegiando il bianco e nero, dagli anni
Novanta si orienta verso una fotografia a colori che sviluppa per serie molto dilatate alcuni temi
legati alla qualità scenica dei luoghi pubblici. Riprende occasioni tipiche di un certo versante della
“scuola emiliana”: la definizione di luoghi tra dato naturale e qualità scenica artificiale, sia quella
della natura addomesticata dei giardini che quella ridefinita dalle luci artificiali nei notturni, quindi
Olivo Barbieri ma forse soprattutto direttori della fotografia come Vittorio Storaro e Robby Muller
per Wenders , e dietro di loro il realismo magico di Edward Hopper. La fotografia di Rinaldi peṛ
evita la costruzione scenica classica, l’allestimento della veduta controllata e indica una originale
direzione di fotografia rubata/trovata non istantanea: per Notti e teatri (scene in esterno, figure in
luoghi pubblici) e Improbabili attori (scattate al pubblico all’interno di sale cinematografiche),
tra 1998 e 2000, pone la camera di medio formato in posizioni inconsuete, appoggiata a terra o al
livello di una persona seduta (una scelta che ricorda il cinema di Ozu, amatissimo da Wenders) e
lascia che la lunghissima posa trascriva scene inattese, sorprese tracce di incontri.