Rosta Nuova Europa
ROSTA NUOVA EUROPA
Comune di Reggio Emilia
Fotografia
Europea. Reggio Emilia 2007
Reggio
Parma Festival
Fondazione
I Teatri
Reggio
Emilia Danza 2007
In
collaborazione con
Archivio
Osvaldo Piacentini, ARCI Reggio Emilia, Circoscrizione V, Teatro
dei/nei Quartieri
29 aprile 2007
Fotografia
europea_Reggio Emilia 2007 esplora
come tema conduttore la città, vista nell’orizzonte europeo,
e focalizza l’attenzione su un importante case
of study della
città di Reggio Emilia: il quartiere di Rosta Nuova.
Considerato
quartiere-modello d’impronta europea, progettato da un maestro
dell’architettura contemporanea, Franco Albini, insieme a Franca
Helg e Enea Manfredini, nell’ambito del piano Ina-Casa, Rosta Nuova
rappresenta un caso esemplare dello sviluppo urbano negli anni della
grande ricostruzione e la sperimentazione, nel corpo della città,
di una moderna concezione dell’abitare applicata all’edilizia
residenziale popolare.
Esperienza
pilota degli anni 1956/57, significativa di un’architettura che
evoca la connessione a un modello sociale europeo, crea a Reggio
Emilia un tessuto urbano vivo, organico, funzionale e bello: un
sistema di case e spazi aperti comuni percorre in diagonale l’area
e adotta come riferimento l’ambiente della strada, dove i luoghi
pubblici (la piazza, la scuola, la chiesa, la biblioteca, il centro
sociale, il parco, i portici) sono essenziali per favorire, come
direbbe Osvaldo Piacentini, “la formazione di vincoli di comunanza
e solidarietà”.
Il
nuovo quartiere non è più solo un’addizione urbana,
ma diventa prolungamento del centro e innesto nella città
storica di un’idea alternativa di città: quella città
orizzontale e ordinata nella successione di edifici bassi e giardini,
dove anche la casa finisce di essere oggetto di godimento e di
speculazione individuale per diventare un servizio della
collettività. Dunque, non solo una razionale soluzione per
migliorare le condizioni di vita, ma una dimostrazione di civiltà.
La ricchezza sociale e culturale che da sempre caratterizza Rosta
Nuova ne è una testimonia concreta e invita oggi a riflettere,
ancora una volta, sul ruolo cruciale dell’urbanistica nella vita
della città e dei suoi abitanti.
ROSTA
NUOVA EUROPA propone
un programma di eventi in diversi luoghi del quartiere per
festeggiare il 50. anniversario della sua fondazione e valorizzare
quel progetto degli architetti Albini, Helg e Manfredini che ha
segnato la storia e l’identità della nostra città
contemporanea.
Eventi in programma
L’
Anteprima
Reggio
Emilia Danza 2007
raccoglie in diverse
performance le suggestioni del quartiere Rosta Nuova.
La
danza è un’arte urbana, lavora sul movimento e lo spazio. La
danza è dentro la città,
dove la gente si muove ed entra in rapporto con l’architettura,
liberandone gli spazi come luoghi della necessità del
movimento, cercando di mettere in relazione l’interno con
l’esterno, gli spazi privati e quelli pubblici, e di trasmettere il
senso profondo del progetto di Franco Albini, Franca Helg e Enea
Manfredini, attraverso il linguaggio del corpo. Nella coreografia di
Mauro
Bigonzetti per
Aterballetto,
Scala
G, Interno 8,
gli ambienti interni
diventano palcoscenico di storie e memorie raccontate dagli abitanti
stessi e trasformate in gesto dai danzatori. Contemporaneamente,
attraverso quella tecnologia che ha invaso gli spazi privati e
rischia di ridurre ancor più i confini interni, quelle storie
usciranno dalle pareti domestiche per raccordarsi e dialogare con
altri danzatori che agiranno nelle piazze del quartiere.
In
un contesto particolare come i portici del quartiere,
Impronte
Hip Hop Dance Company propone
Mute,
una performance in cui il danzatore interagisce con uno spazio
inusuale, cercando di rivalutarlo in una cornice di senso
contemporaneo senza dimenticarne la storia e la memoria, interpretate
come attesa, socializzazione, comunicazione. Gesti in uno
spazio-tempo che è suono, rumore, silenzio. A ciascun
danzatore una “partitura” che tende a cercare, rincorrere,
aspettare e percepire soggettivamente. E così la coreografia
si dilegua appena prende forma e corpo, favorendo uno smarrimento
ambientale, creando un caos non del tutto casuale, favorendo il
fluire di un immaginario nascosto e disturbato. Coreografia
e regia Endro Bartoli; danzeranno Denise Comastri, Federico Renda,
Flavia Caporali, Francesca Coria.
Diladà, il nuovo lavoro di Roberto Sartori
per il Balletto di Firenze è un libero spaziare nei
ritmi e nei movimenti senza i vincoli del significato. L’attimo
creativo lasciato andare a forme estetiche puramente estemporanee. Ne
risulta una coerenza estetica e ritmica che rimanda a un altro luogo
in un altro tempo. Coreografia di Roberto Sartori, musiche Plumpline
e Fennesz, disegno luci Andrea Barese, interpreti Veronica Gavarini,
Luana Moscagiuli, Alessia Fancelli, Elena Westbowski, Cristian Fara,
Niccolò Gaggio, Mirko Campigotto, Gianmarco Norse.
La performance Pane si inserisce in un progetto
dedicato ai paesaggi urbani e nasce dalla curiosità. Da una
curiosità di confronto del linguaggio del corpo con paesaggi
che non gli sono usuali: paesaggi non teatrali, occasioni non
teatrali, pubblico non teatrale. Il lavoro che viene presentato non
nasce da un concetto o da un’immagine, ma direttamente dal luogo e
dalle suggestioni che il luogo suggerisce, nasce dal paesaggio. E sul
paesaggio viene delineato e costruito (Lara Guidetti, coreografie,
Sarah Chiarcos drammaturgia)
Sette
Pezzi Facili Seven Easy Pieces è
una danza composta da movimenti quietamente fantastici e
stupefacenti, nessuna istanza comunicativa, ma l’ostinato
articolarsi di un impulso primario del gesto verso una narrazione.
Fuori dal discorso/Dentro al discorso. Fuori di me/Dentro di me. Il
“mio corpo” è il soggetto/oggetto della ricerca, come
metafora del “mio corpo emozionale” verso una certa prestezza
corporale, una configurazione estatica in perenne movimento, un gesto
astratto intensificato che trasmette pathos. La scena è
attraversata da due presenze, una bambina e l’artista visivo Flavio
Favelli, entrambi alla loro prima apparizione scenica, entrambi
affettivamente a me legati, entrambi partecipi e testimoni
dell’andamento dinamico della performance. Il progetto si avvale di
una composizione sonora del duo cinese Wu Quan+Yan Jun, sound artists
e improvisers, della nuova scena elettronica cinese, la cui musica
minimalista è prodotta usando una serie di suoni che vanno
dall’elettronica, al noise, all’avant-gard, a melodie evocate
dalla voce e dall’uso di strumenti tradizionali cinesi, creando dei
veri e propri ambienti sonori (Cristina Rizzo).
Il
Kragujevac
Ensemble è
un progetto basato sulla musica Balcanica, in particolare serba,
avviato anni fa su iniziativa di un gruppo di giovani appartenenti
all’ultima generazione di musicisti tradizionali professionisti di
Kragujevac, impegnati nella conservazione del patrimonio musicale
serbo. Verranno presentati brani originali scritti appositamente per
il progetto START
Kragujevac e
lo spettacolo di Reggio Emilia e per la tournée italiana.
Nell’esperimento Ina-casa di Rosta del 1956-57, la cui
storia è ripercorsa dalla mostra documentaria a cura
dell’Archivio Osvaldo Piacentini, Franco Albini, uno dei più
importanti architetti italiani del ‘900, progetta insieme a Franca
Helg ed Enea Manfredini un quartiere-modello a livello europeo. La
mostra, curata dal prof. Giorgio Massaretti dell’Università
di Bologna, analizza l’esemplare caso Rosta Nuova inserendolo nel
dibattito europeo sulla ricostruzione postbellica, in rapporto alle
scelte progettuali di altri paesi maturate prima e dopo la seconda
guerra mondiale, scelte che nel “nostro” dopoguerra sono riprese
e reinterpretate alla luce della tradizione italiana. Particolare
attenzione è dedicata alla realtà nazionale e al ruolo
del piano Ina-Casa, alla sua forte coerenza con la politica
governativa del periodo. L’Ina-Casa rappresenta per i tecnici la
prima vera occasione per realizzare “una grande ricostruzione” e
la possibilità di incidere sullo sviluppo urbano e sulla forma
fisica e sociale della città: l’unità quartiere
diventa strumento indispensabile per modellare l’informe e diffusa
crescita delle città italiane. Il quartiere con le sue case,
attrezzature collettive, spazi aperti e giardini non è
semplice addizione urbana, ma è interpretato come ambito di
formazione e dispositivo per una ricostruzione anche sociale
dell’Italia. Rosta è un esempio significativo di questa
nuova concezione del quartiere, molti gli spazi comuni (la piazza, la
scuola, la chiesa, la biblioteca, il centro sociale e i portici) che
come direbbe Osvaldo Piacentini “favoriscono la formazione di
vincoli di comunanza e solidarietà”. Esemplari le tecniche
di costruzione che si riallacciano alla tradizione, ai suoi materiali
e alle maestranze locali; importante poi la vivace attività
socio-culturale che da sempre caratterizza il quartiere dimostrazione
concreta di come il “governo partecipato” del territorio sia
ancora una rara ricchezza sulla quale investire con coraggio.
Su
commissione di Fotografia
Europea. Reggio Emilia 2007 Giorgio
Barrera ha
realizzato nel quartiere di Rosta Nuova una serie speciale della sua
ricerca Attraverso
la finestra in
cui lo sguardo penetra dall’esterno nell’intimità degli
spazi privati. Utilizzando la finestra – metafora della stessa
visione nella cultura artistica europea – come cornice in cui si
svolge il teatro quotidiano, il fotografo ritrae gli abitanti degli
appartamenti e di luoghi come la biblioteca e la scuola tra
l’intimità dell’ambiente privato e la condivisione di
quello pubblico.
Alla
voce degli abitanti di Rosta Nuova è affidato anche
Zonzo,
un viaggio alla scoperta degli aspetti più curiosi e nascosti
del quartiere, da seguire passo per passo grazie all’audioguida in
DVD prodotta da “Teatro dei/nei quartieri” nell’ambito di
periferica,
un progetto in collaborazione con Arci Reggio Emilia, che coinvolge
le diverse Circoscrizioni della città. Dello stesso fanno
parte gli interventi musicali ed il concerto a fiato
L’Usignolo,
che ripropone in apertura e in chiusura della serata musiche
tradizionali emiliane tra ‘800 e ‘900. Il progetto
periferica
si inaugura nell’ambito
di
Fotografia
europea. Reggio Emilia 2007 a
Rosta Nuova e proseguirà con un programma itinerante di
spettacoli, concerti e performance, in un percorso inedito volto a
riscoprire luoghi pubblici meno noti e significativi nei diversi
quartieri della città, dove creare spazi trasversali di
produzione culturale e di comunicazione tra generazioni diverse.
L’attività nasce dall’incontro tra l’esperienza di
teatro popolare e partecipato di “Teatro dei Quartieri/Teatro nei
Quartieri”, e il progetto
Trasmissioni.
Cantieri multiespressivi,
un’originale esplorazione nel mondo della cultura giovanile e della
creatività contemporanea prodotta da ARCI.
Il
cinema comunale Rosebud,
che proprio a Rosta Nuova ha la sua sede, proietterà in
occasione di Rosta Nuova Europa Metropolis
di Fritz Lang, un
classico del cinema muto che già nel 1926 prefigura
l’evoluzione della metropoli moderna. La proiezione sarà
introdotta da Maurizio Rebuzzini e avrà un accompagnamento
musicale dal vivo di Marco Dalpane (pianoforte, campionatore) e
Pierangelo Galantino (elettronica).
Trama: XXI secolo.
Una metropoli tiranneggiata da Frederson, un uomo che schiavizza gli
operai costringendoli a vivere nel sottosuolo. I proletari sono
guidati nella riscossa da Maria, di cui si innamora l'ignaro figlio
del dittatore. Frederson, per controllare gli operai, fa costruire da
uno scienziato un cyborg sosia di Maria.