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Balthasar Burkhard

Teatro Ariosto - Sala Verdi
30 aprile - 7 giugno 2009
a cura di Elio Grazioli

 

RICONOSCIMENTI

Per Balthasar Burkhard il problema principale sembra essere il rapporto tra la parte e il tutto, tra il particolare e il dettaglio, forse anche tra la cosa e il (suo) nome. I soggetti delle sue immagini sono gambe, ali, parti di volti, frammenti di paesaggi, sia urbani sia naturali, anche corpi e figure intere, ma verrebbe a loro volta da definirle “parti intere”: la fotografia taglia sempre, isola e spezza, decontestualizza e incornicia. Ogni immagine di fatto è una parte, ma al tempo stesso evidenzia, dettaglia, mostra più accuratamente. Burkhard in effetti è difficile da inquadrare in uno stile, in un movimento, e la sua singolarità sembra tutta dovuta all’intensità delle sue immagini. Il suo è uno sguardo immobile, centrato e concentrato, che ha individuato il suo oggetto e lo scruta a fondo. Il tempo è qui bloccato ed eterno nel senso che ci rimanda al tutto, ha un punto di fuga infinito, non rappresenta il presente ma costringe il pensiero a questioni totali.

BIOGRAFIA

Balthasar Burkhard nasce nel 1944 a Berna dove vive e lavora. Alla fine degli anni Sessanta entra in contatto con il mondo dell’arte contemporanea quando documenta, in qualità di fotografo ufficiale, le mostre allestite presso la Kunsthalle di Berna, allora diretta da Harald Szeemann. Le prime mostre personali di Balthasar Burkhard, a Chicago nel 1977 e a New York nel 1979, mostrano l’influenza di un lungo soggiorno negli Stati Uniti (1975-80) durante il quale realizza fotografie che presentano soggetti dalla plasticità accentuata con prevalente uso del bianco e nero. Adottando un’inquadratura serrata e frontale, fra gli anni Ottanta e Novanta Burkhard fotografa frammenti di corpo, animali da fiera e paesaggi. L’esposizione di due nudi monumentali alla Kunsthalle di Basilea, in occasione di una mostra personale nel 1983, segna un momento di svolta nella sua ricerca. Nasce in questo periodo la serie dedicata alle riprese aeree di paesaggi metropolitani in Messico, a Los Angeles, a Tokyo. Determinante nella sua poetica sarà il soggiorno in Giappone del 1987, in seguito al quale abbandona i grandi formati in favore di inquadrature più intime e ravvicinate. Nel 1992 realizza le sue prime eliografie a Saint-Prex. Nel 1997 il Musée Rath di Ginevra gli dedica la prima importante retrospettiva. Segue, nel 1999, la partecipazione alla prima Biennale di Venezia diretta da Harald Szeemann, dove presenta una serie di omaggi fotografici, che includono Normandie (1995) e L’Origine du Monde (1998). Numerosi gli omaggi alla pittura, da Duchamp a Courbet. Numerose le istituzioni che gli hanno dedicato mostre retrospettive, quali ad esempio il Musée des Beaux-Arts di Grenoble il Kunstmuseum di Berna nel 2004, il Musée d’Art moderne et contemporaine, Strasbourg nel 2008 e il Musée Jenisch di Vevey nel 2008-2009.


PHOTOGALLERY


INFORMAZIONI

Info
Teatro Ariosto - Sala Verdi
piazza della Vittoria - Reggio Emilia
tel. 0522 451152 - 456249

Orari

Inaugurazione 30 aprile ore 18.00
Dal 1 al 3 maggio dalle ore 10.00 alle ore 23.00
Dal 5 maggio al 7 giugno: da martedì a venerdì dalle ore 18.00 alle ore 23.00; il sabato, la domenica e i festivi dalle ore 10.00 alle ore 23.00

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