Con queste parole Richard Wentworth descrive il suo progetto: “L’origine del mio lavoro fotografico sta nell’ “incontro”, il che significa che non ho mai cercato o inseguito i soggetti delle mie fotografie ma li ho sempre incontrati. Non si tratta di un progetto vero e proprio e non c’è mai stata l’intenzione di lavorare in modo illustrativo o in maniera descrittiva. Queste fotografie sono come una cronaca e riflettono differenti episodi della mia vita avvenuti in luoghi e tempi diversi.
In materia di fotografia e architettura non ho una formazione di tipo scolastico, ma sono sempre stato interessato ai materiali presenti nel mondo e al modo in cui questi sono assemblati fra loro. Non ho nessuna preparazione accademica in antropologia o in urbanistica.
Molto, molto lentamente è diventato chiaro che vi era una sorta di sintassi e motivo formale negli elementi che fotografavo. Una prima selezione divenne nota col nome di Making Do and Getting By, una sorta di glossario infinito dei modesti (e spesso estemporanei) avanzi degli interventi umani incontrati nelle più svariate circostanze. Un sottogruppo conosciuto come Occasional Geometries presenta prevalentemente oggetti che hanno trovato da soli una rigida organizzazione.
Poiché non scorgo un inizio, una fine né un vero senso di “proprietà”, in quest’ambito, ci sono moltissimi modi in cui il materiale può essere mostrato o espresso. Il mio interesse sta nel concepire le immagini come se fossero dei mattoni, presentandole sempre in modo che la “calce” che li tiene uniti sia estremamente attraente. Una sorta di esperienza pregnante per lo spettatore.
Richard Wentworth nasce a Samoa nel 1947. Dal 1965 frequenta l’Hornsey College of Art di Londra e, nel 1967, lavora come assistente di Henry Moore. Nel 1970 il Royal College of Art gli assegna il titolo di Master of Arts. Dalla fine degli anni Settanta svolge un ruolo determinante nella New British Sculpture. Tra il 1971 e il 1987 insegna al Goldsmiths College esercitando una forte influenza sui lavori degli Young British Artists.
Il suo lavoro, concentrato sulla nozione di oggetto e sul suo utilizzo quotidiano, ha cambiato la tradizionale definizione di scultura. Trasformando e manipolando oggetti industriali e ritrovati fino a renderli opere d’arte, Wentworth ne sovverte la funzione originale ampliando la nostra comprensione ed infrangendo il sistema convenzionale di classificazione. Composizioni scultoree e ready- made giocano con la giustapposizione di oggetti senza nessuna relazione reciproca, come con una gamma di materiali estrapolati dal loro contesto originale.
Nella serie Making Do and Getting By, work in progress realizzato dal 1973 al 2007, l’artista utilizza la fotografia come mezzo per documentare quella che può essere chiamata la “scultura di ogni giorno”: un pacchetto di sigarette incastrato sotto il piede traballante di un tavolo, una costruzione improvvisata per occupare il posto in un parcheggio, un secchio sistemato sul cofano di un’automobile a sostituire il fanale danneggiato in modo che possa ancora funzionare. Richard Richard Wentworth attualmente vive e lavora a Londra.
Info
Chiesa dei SS. Agata e Carlo
Via San Carlo 1 - Reggio Emilia
Tel. 0522 451152, 0522 456249, 0522 456635, 0522 456448
Biglietto unico per accedere a tutte le mostre: 10 €. Riduzione: 7 €
Orari
Inaugurazione: venerdì 7 maggio 2010 alle 19.00
Aperto il 7 maggio dalle 19.00 alle 24.00; sabato 8 e domenica 9 maggio dalle 10.00 alle 23.00.
Dal 10 maggio al 13 giugno aperto da martedì a venerdì dalle 20.00 alle 23.00; sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 23.00. Chiuso lunedì.
Aperto la mattina su richiesta per le scuole.
Il 12 giugno mostre gratuite in occasione della Notte Bianca dalle 21.00 alle 02.00.