Le immagini sono l’esito di ricognizioni che Nino Migliori (Bologna, 1926) ha compiuto in due diversi macelli: nel 2008, in un piccolo macello di paese, a Caccamo (Palermo), e nel 2010 nel grande, moderno macello Inalca di Castelvetro (Modena). In coerenza con il suo ininterrotto lavoro di ricerca e di sperimentazione che, partendo dal mezzo fotografico, si è inoltrato nei territori dell’indagine sui materiali e della scrittura con la luce, sempre intrattenendo un dialogo costante con le esperienze della pittura e di altre forme artistiche, Migliori ha scattato delle polaroid, sulle quali è intervenuto nei 7-10 minuti successivi, mentre l’immagine s’andava formando, per tracciare segni neri e modificare il cromatismo, così da trasformare ed esaltare la visione originaria. Successivamente, le immagini sono state scansionate e ristampate nel formato che ora viene presentato in mostra. Ecco davanti a noi queste visioni scure, pervase di un rosso intenso e cupo, entro cui danzano segni neri, e s’intravedono, accanto alla carne e ai coaguli del sangue, frammenti di colonna vertebrale e di costato.
In questa lettura visionaria di quel che resta di un animale, traspare lo stato d’animo di chi si confronta con l’approdo ultimo della vita, con la fragilità del corpo, con un sacrificio che si compie in un silenzio assoluto, il silenzio di chi è consapevole di non potere sfuggire al proprio destino. Se già nelle sperimentazioni degli anni Cinquanta era evidente la contiguità di Nino Migliori con alcune esperienze dell’informale europeo (Wols, Tàpies, Burri), ora le immagini di Cruor ci consegnano altri tramandi, da La bottega del macellaio (1585) di Annibale Carracci al Bue squartato (1655) di Rembrandt, dal Bue scorticato (1924) di Chaïm Soutine a Painting (1946) di Francis Bacon, fino a In nomine Patris (2004-2005) di Damien Hirst.
La fotografia di Nino Migliori (Bologna 1926), dal 1948, svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d'immagine europea. Gli inizi appaiono divisi tra fotografia neorealista, con una particolare idea di racconto in sequenza, e una sperimentazione sui materiali del tutto originale ed inedita. Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro assume valenze concettuali ed é questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere.
E’ uno dei pochi operatori che in Italia prosegue la ricerca delle avanguardie sul fronte della riflessione sui linguaggi iconografici con la fotografia come nodo centrale dell'immaginario e della ricerca formale contemporanei. Ogni suo lavoro è frutto di un progetto preciso sul potere della immagine, tema, questo, che ha caratterizzato tutta la sua produzione.
E’ l'autore che meglio rappresenta la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all'arte, alla sperimentazione e al gioco.
Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione.
Info
Chiostri di San Pietro
via Emilia San Pietro 44/C - Reggio Emilia
Tel. 0522 456249 / 451152
Orari
Inaugurazione:
venerdì 6 maggio dalle 19.00 alle 24.00
Sabato 7 e domenica 8 maggio dalle 10.00 alle 23.00
Dal 10 maggio al 12 giugno aperto da martedì a venerdì dalle 21.00 alle 23.00
Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 23.00
Chiuso il lunedì
Biglietto unico per accedere a tutte le mostre: 10 €. Riduzione: 7 €